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[APPROFONDIMENTO] Tre Passi nella Stregoneria

Gli spericolati anni ’70 ci han regalato film coraggiosi per tematiche e sperimentazioni stilistiche che spaziavano non solo nella tecnica filmica, ma anche in quella di scenografia e costumi, fino alla fotografia. Negli anni ’70 le donne attive nel movimento femminista gridavano «Tremate, tremate, le streghe son tornate» e usavano questa auto­identificazione con le streghe per dare forza alle proprie rivendicazioni. Salvo errore, questo slogan si deve, almeno in Italia, al successo del volume delle studiose e femministe americane Barbara Ehrenreich e Deirdre English intitolato Witches, Midwives, and Nurses: A History of Women Healers, pubblicato a New York nel 1975, e apparso in traduzione italiana nello stesso anno con il titolo Le streghe siamo noi (Editore Celuc). Il ruolo della medicina nella repressione della donna. Se non esiste una cinematografia che affronta direttamente il fenomeno femminista, abbiamo in parallelo tutta una serie di film dove la donna emancipata “fa paura” e viene rappresentata quindi come il nemico di turno da temere.

I tre film che segnalo in questo articolo, sono opere dimenticate (o, sconosciute ai più) in cui la sperimentazione visiva ed il coraggio di contenuti ne fanno dei veri gioielli da recuperare.

Il delitto del diavolo (Le regine).

Partiamo subito dallo spessore del regista Tonino Cervi… Figlio degli attori Gino Cervi e Ninì Gordini, nipote del critico teatrale Antonio Cervi, era il padre di Antonio Levesi Cervi e Valentina Cervi. Alternò il lavoro di regista con quello di produttore cinematografico. Tra le sue storiche produzioni, spicca il film a episodi Boccaccio ’70 diretto dai registi Federico Fellini, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Florestano Vancini e Luchino Visconti. Inoltre produsse il film Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni e altri capolavori di grandi maestri del cinema come Francesco Rosi, Bernardo Bertolucci, Mauro Bolognini.

TRAMA: Durante un viaggio notturno David, un giovane idealista hippy incontra, sotto le mentite spoglie d’un distinto uomo d’affari, il Diavolo. Credendosi colpevole dell’incidente stradale subito da questi, David si rifugia in una legnaia pertinenza d’una moderna casa di campagna. Ad accoglierlo trova tre bellissime e misteriose ragazze (le Streghe) che con il sesso e il vizio corrompono il ragazzo spingendolo a rinnegare tutti i suoi ideali. Quando hanno ottenuto ciò che vogliono, le tre bellissime donne appariranno a David nel loro reale aspetto: tre vecchie e orribili streghe, che l’assassineranno sadicamente.

Il film del 1970 è interpretato dal bellissimo Ray Lovelock e da Evelyn Stewart (vista poi in numerosi gialli/horror italiani).
Ray debutta nel 1968, quando viene scritturato per Banditi a Milano, diretto da Carlo Lizzani: in questo film, Lovelock interpreta Donato Lopez detto Tuccio, il minorenne della banda che terrorizza la città. Nello stesso periodo, con il vero nome, si dedica all’attività musicale, cantando nel complesso del suo collega Tomas Milian (il Tomas Milian Group, che incide per la CBS), incidendo da solista per la CGD e componendo anche alcune colonne sonore, fra cui proprio Il delitto del diavolo (Le regine) e Uomini si nasce poliziotti si muore.

Questo film, semplice e drammatico, racconta coi toni di una fiaba nera (che diviene anche specchio di una moda hippy perfettamente rappresentata) una vicenda che lascia – senza ricorrere ad effetti o sangue – un senso di profonda cupezza e malinconia.
Da ri-scoprire.

Lucifer Rising.

Lucifer Rising è un documentario sperimentale del regista Kenneth Anger. Il film venne completato nel 1972 ma fu distribuito soltanto nel 1980. Non ha una trama vera e propria, si svolge in diversi luoghi ritenuti “magici” in Egitto, Inghilterra e Germania. Secondo alcune fonti parte delle riprese sarebbero state effettuate sull’Etna. Nel film viene narrata, sostanzialmente, l’ascesa di Lucifero, figura divina considerata emblema del bene assoluto e del male assoluto in contemporanea. E la sua evocazione da parte di 5 diverse entità: Iside e Osiride (divinità egiziane che rappresentano rispettivamente la natura e la fecondità, la morte e la resurrezione) ,un adepto, Lilith (qui rappresentata come dea della distruzione) e un Mago (interpretato dallo stesso Anger). Lucifer Rising è costituito da una serie di sequenze prive di dialoghi che raffigurano celebrazioni pagane, riti magici, evocazioni oscure, spesso utilizzando frenetiche tecniche di montaggio alternato.

Anger iniziò le riprese del film nel 1966 circa, assumendo un giovane musicista di nome Bobby Beausoleil per recitare come attore nella pellicola e comporre la musica della colonna sonora. Poco tempo dopo, nel 1970, Beausoleil venne incarcerato con l’accusa di aver assassinato Gary Hinman dietro ordine di Charles Manson.

Il chitarrista dei Led Zeppelin, Jimmy Page, che si era occupato di scrivere parte della colonna sonora per il film che non venne però utilizzata, fa una breve apparizione nel cortometraggio. Un barbuto Page tiene in mano una stele egizia mentre ammira un ritratto dell’occultista Aleister Crowley. La colonna sonora scartata da Anger, originariamente preparata da Jimmy Page, venne infine pubblicata nel 2012 con il titolo Lucifer Rising and Other Sound Tracks. Il regista allora commissionò a Beausoleil la colonna sonora, che fu scritta e registrata in carcere. Anger si era rivolto a Page nel ’73, e a Beausoleil nel ’76. Questi impiegò altri 4 anni per comporre le musiche adeguate al film. La cui versione definitiva venne presentata nel 1980.

Belladonna of sadness.

Questo è un cult “anime” firmato dal regista nipponico Eiichi Yamamoto (autore di Space battleship Yamato) nel 1973 (co-sceneggiato con Yoshiyuki Fukuda) e proiettato per la prima volta al Festival di Berlino dello stesso anno. Gli USA invece dovranno aspettare ben 40 anni per vederlo distribuito, grazie al recente restauro in 4K della CINELICIOUS PICS.

TRAMA: Jean e Jeanne si sposano e vivono felici in semplicità e lavorando sodo. Ma a poco a poco il Diavolo riesce a circuire, allettare e a far innamorare di sé la ragazza. Divenutone l’amante, il Diavolo dà a Jeanne il fiore di belladonna (potente afrodisiaco) che ella distribuisce poi ai compaesani. La sposina verrà in seguito bruciata sul rogo come strega e indemoniata, ma la belladonna continuerà a diffondere nel villaggio i propri effetti inebrianti.

Non ci sono abbastanza parole per descrivere la potenza visiva di questo viaggio allucinato ed allucinogeno nella stregoneria che attinge a piene mani nella storiografia di Jules Michelet. La tecnica del disegno animato permette all’autore di esprimersi senza freni, trasportando in un film le visioni tipiche degli stati psichedelici di trance. la parola “Belladonna” ci fa pensare a una bellissimo esemplare di femmina… ma è anche il nome di una pianta famosa nella storia per essere collegata ai delitti compiuti da “bellissime seduttrici”: i suoi frutti e foglie possono causare intossicazioni mortali, nonchè delirio ed allucinazioni. Il binomio bellezza ed intossicazione, in questo film raggiunge i suoi apici grazie anche a uno stile pop che si pone fra Beardsley e Crepax.

Decisamente è varia la produzione anni ’70 dei film sulle streghe, dove si spazia da opere con contenuti “politicissimi” come in Season of witch (73) di George Romero, fino ad opere dove il sottotesto si spoglia di significati per andare sfruttare il lato più surreale e sperimentale della tematica, come nell’ipnotico Baba Yaga (73) di Corrado Farina, con Carrol Baker. Ai giorni nostri, una bellissima metafora fra stregoneria e società ci viene data dal film Neon Demon di Refn che tratterò prossimamente.

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