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Foto di Roberto Giretto

[NEWS] Davide Scovazzo scoperchia la bara del Principe delle Tenebre

Davide Scovazzo, il regista genovese dietro il film collettivo a episodi Sangue Misto, è impegnato sul suo prossimo progetto che avrà per protagonista il Dracula di Bram Stoker.

Del nuovo lavoro Scovazzo ha già girato, poco prima che scoppiasse il cinema CoronaVirus, un teaser trailer, realizzato grazie a TeleVideo Liguria Sas e agli enti Fi.l.s.e. (Finanziaria Ligure per lo Sviluppo Economico) e Genova Liguria Film Commission.

Nel girato spiccano gli attori Franco Leo (Salomè, Un Amleto di Meno di Carmelo Bene) nel ruolo del protagonista, Chiara Conti (L’Ora di Religione, Ti Piace Hitchcock?) e Mery Rubes (Suffering Bible di Davide Pesca, Fame da Vampira di Roger Fratter) nelle parti di Mina e Lucy, l’internazionale Andrea Bruschi (Il Partigiano Johnny di Guido Chiesa, I Tre volti del Terrore di Sergio Stivaletti, Le Valige Di Tulse Luper di Peter Greenaway, la serie tv 1993, è anche leader del gruppo musicale Marti), Nicola Zunino, Fiorenza Pieri ed il sodale Enrico Luly.

Una volta che il trailer sarà montato e quando la pandemia Covid-19 sarà sconfitta lo si mostrerà in giro alla ricerca di produttori interessati a finanziare il lungometraggio.

Incuriosito ho chiesto a Davide Scovazzo di dirci qualcosa sul progetto.
Quello che è uscito fuori è un inarrestabile e appassionato torrente di parole.

Tutte le foto dell’articolo sono di Roberto Giretto ad eccezione dell’ultima (con Scovazzo e Mery Rubes) di Massimo Santimone.

«Si è fatto un gran parlare, da anni ormai, di rinascita dell’ Horror Italiano. In verità, in verità ti dico che l’ Horror Italiano è Rinato e Rimorto. Il “nuovo che avanza” da dieci anni ormai,  tranne l’operato di pochi, è rimasto confinato in un limaccioso underground in cui “ci compriamo il film in DVD a vicenda”, quando va bene, oppure andiamo avanti a sorrisi finti, millantando una new wave che era lì lì per farcela ma poi è rimasta come un raviolo che ti si pianta in bocca e non riesci né a digerire né ad espettorare, rimanendo, tranne pochissimi casi, “quattro Nemici al bar”. Pochi sono coloro che “lo fa(ra)nno di mestiere”, perché alla nostra età bisogna guardare anche quello, non stiamo più giocando. L’Underground è una scuola, ma rischia di diventare un hobby, ombelicale, da fare nel weekend con gli amici. Sangue Misto è stato “la rottura dell’imene”, ho imparato molto sia in positivo che in negativo da quella monumentale esperienza ed è stato un passo necessario di cui vado più che fiero, ma Dracula, per i motivi di cui sopra, vuole uscire da questo circuito, senza alcuna traccia di patetica superbia o di viscido arrivismo, ma con la consapevolezza dei propri mezzi, e la salutare voglia di passare dall’acqua dolce all’acqua salata.»

«Non lo considero neanche un film Horror. Quasi per niente. Sarà una rilettura di un classico, gelido, si sentirà il vento della pestilenza (come sempre quando faccio qualcosa, nulla è per caso: abbiamo scampato l’outbreak, con conseguente divieto di girare, per UN giorno, dico UNO, mentre sul set iniziavano a trapelare notizie inquietanti dal “mondo esterno”, e guarda caso stavamo raccontando la più classica storia di un demone che porta la Morte Nera in Occidente. Tipica “non-coincidenza” alla quale sono avvezzo. Sul set accadono veramente “magie”, siano esse “bianche” o “nere”, che non possono in alcun modo essere frutto del caso. Non abbiamo neanche ancora montato il teaser per motivi logistici e già si sente che questo non è e non sarà  un semplice film), l’umido delle rocce del castello, del marmo del cimitero di Staglieno dove abbbiamo girato, del legno marcio del tavolaccio in cui Dracula accoglie Jonathan Harker.

Quasi non abbiamo usato sangue. In netta controtendenza con la parkinsoniana macchina a mano e l’ipercromìa del cinema underground horror (e, come dicevo, Dracula nelle intenzioni non è nessuna delle due cose, ci rifacciamo più ai TV Movies anni ’60, Il Segno Del Comando etc, è più Teatro Filmato che Videoclip, sarà Cinema) contemporaneo, io ho prediletto un B/N duro, crudo, scolpito, intagliato, “spietato”, e una macchina da presa ferma pur senza perdere il ritmo, a sviscerare le espressioni dei miei attori in primo piano, non le budella del solito malcapitato (non rinnego il gore, con cui sono cresciuto, che mi diverte e che amo, ma ogni frutto ha la sua stagione). Gli attori, appunto: tutti oggi sono feticisti del “mezzo:, e la Redcam, e il Drone, e qui e là (sia chiaro, anche noi abbiamo girato con camere e ottiche al top di gamma), ma tendono a dimenticarsi che la differenza nel Film te la fanno gli Attori, la risorsa più importante che fa la differenza tra un film “tra amici” e il Cinema.».

Franco Leo durante la lavorazione del trailer del Dracula di Davide Scovazzo

«Ho avuto l’opportunità di avere nel mio cast un mostro sacro come Franco Leo (che nella sua lunghissima carriera ha lavorato egregiamente e tenuto testa, per dirne due, a Carmelo Bene e a Klaus Kinski, o forse viceversa perché la leggenda è LUI, ma poi Nando Cicero, Fellini Satyricon, Enzo G. Castellari…ho imparato molto dirigendolo, e ottenere la sua stima è stata una medaglia al valore conquistata sul campo), la Divina Chiara Conti (Marco Bellocchio, Franco Battiato, Jodorowsky, Manetti Bros), l’attore genovese da esportazione per eccellenza Andrea Bruschi (Peter Greenaway, Sergio Stivaletti, Squadra Antimafia- Palermo Oggi, Distretto di Polizia, per dirne alcuni, che già stimavo ma qui mi ha proprio stupito), l’astro nascente – ma dall’esperienza già iperconsolidata in anni di gavetta –  Fiorenza Pieri (Non Mentire, Don Matteo, Mai Scherzare Con Le Stelle), il mio attore storico Enrico Luly, protagonista di tutti i miei lavori, che per me in passato è stato Gesù Cristo, la Madonna, un sociopatico, uno Zombi, un kebabbaro arabo che gira snuff movies, e  ora mi ha dato un Renfield oltre il pensabile, e la vampira per eccellenza del cinema italiano Mery Rubes, la Brigitte Lahaie/Lina Romay/Soledad Miranda italiana esule dai lavori dell’amico Roger Fratter, senza dimenticare il comparto tecnico, la produzione Televideo Liguria SAS di Alfredo Cretti & Son e il mio DoP Luca Bozzo che col poco che avevamo sono riusciti davvero a fare miracoli.

Anzi, su Franco Leo, permettimi di aggiungere una cosa: senza tema di sembrare iperbolico e irrispettoso di una storia troppo più grande di me, affermo con sicurezza che, escludendo il Nosferatu di Kinski -che però era un tipo di personaggio relativamente differente-, Franco Leo ha incarnato il miglior Dracula della Storia del Cinema tutto. Meglio di Lugosi, bolso e caricaturale, meglio di Christopher Lee, lezioso e datato. Non scherzo. Lui è il vero Signore del Buio.

Insomma un cast eterogeneo di primissima categoria per un teaser che spero giri il mondo, se il mondo esisterà ancora e se questa pandemia permetterà il prosieguo dell’umanità, e che spero di veder confermato nel lungometraggio che, come spero, ne scaturirà come frutto dal seme, perché stavolta si fa maledettamente sul serio. Se non fosse tremendamente di cattivo gusto in questo oscuro e mesto (ma interessante…) periodo storico, potrei lanciarmi in una delle mie solite sparate e dirti “Preparatevi, perché il Contagio sta per iniziare”………limitiamoci a dire che vogliamo solo tornare a poter lavorare sodo per regalarVi buon Cinema di qualità. E, come sempre, Rock’n’Roll.».


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