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[RECENSIONE] Solo per Vendetta (Roger Donaldson)

Solo per vendetta il professore di lettere Will (Nick nella versione originale) si ritrova in un bel casino. Sua moglie Laura viene violentata e un uomo che si fa chiamare Simon gli offre gratuitamente di fare fuori lo stupratore. Se accetta la proposta deve però contraccambiare il favore con qualche lavoretto facile facile. Chiaramente Will, accecato dalla rabbia, accetta l’insolita proposta. Il violentatore di sua moglie viene ucciso ma si ritroverà ben presto a dover fare favori tutt’altro che facili. Tornare indietro però non è possibile.

Un Nicolas Cage così vulnerabile non lo si vedeva da parecchio tempo, almeno nella prima parte, ma è pur sempre il cazzutissimo Nicolas Cage che nella seconda inizia la sua trasformazione, perché i ricatti dell’associazione di Simon fanno uscire fuori l’inaspettato e il peggio che è il lui. I salti tra una condizione di passività ad una un cui è lui padrone della situazione sono comunque tanti perché questa misteriosa organizzazione è più ramificata di quanto sembrava. Il che si traduce in una serie di complotti, paranoie, morti, ricatti, battaglie, inseguimenti e colpi di scena. Insomma niente di nuovo all’orizzonte, tutto procede secondo i collaudati canoni del caos e dell’ordine che procedono di pari passo, solo il finale per niente consolatorio riscatta questo film.

Anche Roger Donaldson (il regista di CocktailSpecie mortale e La rapina perfetta) dirige senza eccessiva convinzione, un peccato perché con un po’ di inventiva di fondo in più Solo per vendetta poteva forse fare il botto.

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