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[RECENSIONE] Il Giorno dell’Odio (Daniele Misischia)

Il film che vi presento stavolta, è del 2012… ma non fa mai male rispolverare ciò che di buono c’è nell’underground italico… anche perché è davvero poca roba e, spesso, finisce dimenticata… o peggio, inosservata.

Il Giorno dell’Odio è scritto e diretto da Daniele Misischia e annovera nel cast artistico anche Paolo Calabresi (che conosciamo per le sue apparizioni cinema e TV da inviato delle Iene fino a serie tv come Boris) nel ruolo del protagonista. Il film è ambientato a Roma, in una cornice di malavita e organizzazioni criminali dedite allo spaccio di droga e al traffico di armi.

È un noir drammatico, che narra di un giorno infernale, attraverso le vite dei personaggi coinvolti in attività non proprio “lecite”. È un film “underground” relegato forzatamente ad un pubblico di nicchia, ma che non stonerebbe con una distribuzione più ampia. La fa da padrone l’atmosfera “suburbana” alienante ed alienata della periferia romana, ed è buona la regia, come la recitazione di quasi tutti gli attori, in modo particolare Alessandra Mosca (artista a tutto tondo, attrice e regista a sua volta) nel ruolo di Enrica e Claudio Camilli nella parte di Gianni.

Camilli (qui anche co-produttore ed autore) lo abbiamo già notato per le sue varie apparizioni in vari film (alcuni ancora di Misischia, ma lo troviamo anche nel cult Ganja Fiction di Mirko Virgili). Il forte accento con cui si affrontano i dialoghi, diventa un valore aggiunto di un cinema poco leccato, neorealista quasi, che rappresenta anche un deciso distacco e disprezzo verso la borghesia. Le scene di violenza non mancano, son davvero forti, e supportate da ottimi effetti e ritmo di montaggio.

Forse si abusa un po’ troppo nei “micro zoom” e movimenti di macchina (che essendo “a spalla” non sarebbero mancati comunque) e spesso diventano più che stile, una forzatura. La trama, è davvero breve da raccontare in sintesi e, come diceva Ruggero Deodato, il buon film è quello che si può raccontare in tre righe:

A Roma, non la Roma da cartolina della Grande Bellezza, vive Gianni, un piccolo spacciatore che dopo una trattativa finita male, si troverà costretto a pagare un debito ad un boss locale entro 24 ore… ore in cui farà di tutto per adempiere al suo “dovere”.

Sebbene superficialmente si possa pensare a un debito verso Tarantino, l’influenza di Umberto Lenzi è totale, specie nel finale in stile noir, ed è proprio Lenzi che Misischia ringrazia – giustamente – nei titoli di coda.

A costo di diventare ripetitiva, non posso che constatare per l’ennesima volta come le distribuzioni e le produzioni siano cieche di fronte ad autori che riescono con piccolissimi budget a fare CINEMA, quel cinema che i mestieranti blasonati e ben finanziati (spesso anche figli di papà d’arte, di cui d’arte non han nulla) sperano di poter fare e non sfiorano nemmeno per errore.

Il film è visibile (legalmente, caricato dall’autore) su Youtube, quindi… per chi non lo avesse visto: buona visione!


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