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[RECENSIONE] Robojox (Stuart Gordon)

Dopo Real Steel parliamo ancora di robot che se le danno di santa ragione, solo che questa volta gli uomini che li comandano non si trovano a debita distanza con un joypad ma all’interno dei robot stessi rischiando la pelle in prima persona.

In un futuro post apocalittico in cui la Terra è divisa in due blocchi, quello americano e quello sovietico, i robot combattono per la conquista di importanti territori. Lo statunitense Achille e il tovarish Alexander, i più bravi di entrambi i fronti, acerrimi nemici che si stuzzicano al bar anche quando c’è la tregua, lottano per l’Alaska. Per Achille sarebbe il suo ultimo incontro prima di ritirarsi a vita tranquilla ma lo scorretto soviet bara costringendo il giusto Achille a schiantarsi contro il palco del pubblico: una strage. L’eroe va in crisi, si ritira perché ha sulla coscienza quelle vite, Alexander lo sfida di nuovo ma lui niente ha deciso che basta e basta. Anche la guerriera clonata Athena perde fiducia in lui. Solo alla fine ci ripensa, sale sul suo robot ed affronta nuovamente Alexander per l’ultima volta. Si menano un bel po’ e giunti allo stremo che fanno? Pensate al titolo del più famoso romanzo di Tolstoj… va be’ voliamo bassi: pensate a Rocky IV.

A dirigere questo film a basso budget (le animazioni in stop motion dei robot sono di mister David Allen e scusate se è poco) un irriconoscibile Stuart Gordon lontano anni luce dalle cattiverie di Re-Animator e From Beyond – Terrore dall’ignoto. L’unico indizio che potrebbe far intuire la sua firma è la presenza di Jeffrey Combs.

Robojox comunque rimane l’unico strano passo falso (se così possiamo definirlo) fin’ora nella carriera del regista di Dolls ed Edmond. Personalmente l’ho già perdonato anni e anni fa per questo prodotto quasi infantile in sintonia comunque con quel periodo in cui tra perestrojka e crollo del muro di Berlino si cominciava a guardare a certi “altri” con meno paura.

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