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il primo numero della rivista Nosferatu della Acme

[EXTRA] Trent’anni fa il numero 1 della rivista Nosferatu

Premessa.

Giugno 1990. Sedici anni ancora da compiere ed ero già da tempo completamente appassionato al genere della paura. Nelle edicole italiane pullulavano fumetti horror. All’indagatore dell’incubo Dylan Dog della Bonelli da un annetto si erano aggiunti diversi nuovi titoli.

Il negozio romano di Dario Argento Profondo Rosso di via dei Gracchi* proponeva il fumetto omonimo. La Ediperiodici ci provava con Bloob e Scanners. Chi però lanciava la moda e dettava le regole che i succitati scimiottavano erano le riviste Splatter (nata a luglio del 1989) e Mostri della casa editrice ACME.

La formula che differenziava Splatter e Mostri da Dylan Dog era la miscela di fumetti, rubriche e articoli.
In poche pagine venivano proposti storie a fumetti ricche di humor nerissimo ma anche di struggente lirismo, ed articoli e rubriche varie, serie o scanzonate. Dietro c’era un manipolo appassionato e preparato di giovani autori.

A giugno del 1990 la casa editrice faceva un ulteriore salto in avanti, questa volta davvero irragiungibile per i rivali copioni, e lanciava nelle edicole la prima rivista italiana dedicata al genere horror e fantastico.

Quella rivista si chiamava Nosferatu.

Il primo numero partiva alla grandissima con una mini intervista a Sam Raimi di Gianluca Nardulli in cui si parlava dell’imminente Dark Man e del futuro L’Armata delle Tenebre.

Si continuava poi con articoli su Terminator 2 di Bruno Mattei, per poi passare ai più mainstream RoboCop 2 di Irvin Kershner e Sotto Shock di Wes Craven.

Poi arrivava la prima vera chicca: l’intervista a Sergio Stivaletti fatta da Paolo Di Orazio e Luca Farulli.

Il primo curava per Splatter la rubrica della posta ed era lì autore anche di una serie di storie a fumetti raccolte poi sotto forma di racconti in un libro dal titolo Primi Delitti pubblicato sempre dalla ACME.

Farulli per la rivista Nosferatu curava una rubrica su come realizzare effetti speciali di makeup, dal terzo numero insieme a Tommaso Ragnisco.

Al centro c’era poi un grosso speciale sulla saga di Venerdì 13 arricchito da parecchie foto sulle preparazioni degli effetti speciali.

Subito dopo Canale 17 sulle uscite dei film in VHS.

Poi la rubrica Creator Officina Speciale di Farulli con la spiegazione su come realizzare ustioni di primo e secondo grado.

E poi le rubriche sulle colonne sonore e sui libri (con una parte dedicata al collaboratore Paolo Di Orazio e al suo Primi Delitti).

In chiusura lo specialino Black Box su Edgar Allan Poe e le trasposizioni cinematografiche dei suoi racconti, completato da due schede su Vincent Price e Due Occhi Diabolici di Argento/Romero.

Come se non bastasse in allegato al primo numero della rivista Nosferatu c’era anche un mini libro: Umori Maligni: il cinema di Dario Argento a cura di Francesco Costa.

La rivista durerà 10 numeri, fino a maggio del 1991.

Fino a quando sulla ACME non cadranno in testa tutte le conseguenze del meteorite di una interrogazione parlamentare chiesta da 43 politici. Onorevoli dei principali schieramenti politici allora esistenti e influenti chiesero e ottennero il divieto ai minori di 16 anni per le riviste Splatter e Mostri con conseguente tracollo delle vendite, cosa che alla lunga portò la chiusura della ACME nel 1995.

Sulla vicenda esiste un documentario diretto da Stefano Cavalli dal titolo Splatter – La Rivista Proibita.

*: se non ricordo male ce n’erano in Italia più di uno che però fallirono quasi subito. Solo quello romano continua a sopravvivere.


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