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[EXTRA] Ennio Morricone, oltre le solite composizioni

Vogliamo omaggiare Ennio Morricone, passato oggi a miglior vita, andando a pescare dalla sua immensa discografia quei lavori finiti nel dimenticatoio, o quasi. Composizioni che neanche lui suonava dal vivo, perché il pubblico voleva sempre e solo Sergio Leone, Elio Petri, Tornatore, Joffé e nulla più.

Eppure ha creato musiche per più di 300 film. Ha contribuito agli esordi di registi come Dario Argento, Aldo Lado, Carlo Verdone, Marco Belloccchio, Salvatore Samperi. Capita pure che musiche non sue siano a lui attribuite, e mi riferisco a quelle di Lo Chiamavano Trinità di Franco Micalizzi: almeno tre – quattro italiani su dieci ne sono convinti e nulla e nessuno gli farà cambiare idea.

Andando a spulciare tra i suoi lavori ci soffermeremo su quelli appartenenti ai generi in linea con lo spirito del sito. Cominciamo con la riscoperta di due suoi lavori legati al western, il genere che lo ha fatto esplodere nel mondo grazie a Leone. I film che prendiamo sono diretti dagli altri due Sergio del genere.

Partiamo da Sollima e il suo La Resa dei Conti (1966), con Lee Van Cleef e Tomas Milian.

L’altro Sergio del western italiano era Corbucci. Il regista e Morricone collaborarono spesso insieme. Quello che vi proponiamo è I Crudeli (1967).

Nell’anno delle proteste studentesche fa il suo esordio a cinema Salvatore Samperi con Grazie Zia.

Nello stesso anno esce l’adattamento del fumetto Diabolik diretto da Mario Bava con il ladro delle sorelle Giussani interpretato da John Phillip Law.

Nel 1970 con i western che iniziavano a tramontare la sua carriera trova uno sbocco inaspettato nei thriller.

Artefice l’esordiente Dario Argento con L’Uccello dalle Piume di Cristallo e l’inatteso successo del film.

Un anno dopo esce La Tarantola dal Ventre Nero di Paolo Cavara, uno dei registi del chiacchiarato Mondo Cane. Un thriller con un animale nel titolo, altrimenti nessuno ti filava. Nel cast Giancarlo Giannini, Barbara Bouchet e Barbara Bach.

Nello stesso anno arriva La Corta notte delle Bambole di vetro di Aldo Lado, film immortale che ha dato il via con le sue influenze anche a questo spazio web. Niente animali nel titolo per un film fuori dagli schemi e dalle mode del periodo, arrabbiato come non mai, pessimista come nessun altro.

Sempre nel 1971 Ennio Morricone dà il suo apporto al film thriller di Lucio Fulci dal titolo Una Lucertola con la pelle di donna.

1972, arriva Mio Caro Assassino di Tonino Valerii. Interpreti del film George Hilton, Marilù Tolo, Patty Shepard, che nella clip qui sotto finisce male.

https://www.youtube.com/watch?v=ksZIW-FUFHw

In quell’anno arriva Cosa avete fatto a Solange, ancora un thriller, diretto questa volta da Massimo Dallamano (direttore della fotografia per i western di Leone) e interpretato da Fabio Testi e Camille Keaton.

Siamo partiti dal 1966 e siamo ancora fermi al 1972. 7 anni, 10 film saltandone tanti e anche importanti come Vamos a matar, compañeros di Corbucci, Queimada di Pontecorvo, Sacco e Vanzetti di Moltaldo, Uccellacci e uccellini, Teorema e Orgia di Pasolini, il gotico Amanti d’oltretomba di Caiano del 1965.

Perché Ennio Morricone aveva questa capacità di comporre in breve tempo che gli altri se le beveva.

Chiudiamo, prima di finire neanche dopodomani ma tra un mese, con un horror italiano del 1974 fondamentale per i cultori: L’Anticristo di Alberto De Martino.

Saltiamo tutto quello che ha composto da quell’anno lì in poi, compreso Milano Odia di Umberto Lenzi, La Cosa di John Carpenter, Novecento di Bernardo Bertolucci, Gli Intoccabili e Vittime di Guerra di Brian De Palma.

Protagonista del film L’Anticristo è Carla Gravina nel ruolo di una giovane paraplegica posseduta dal demonio. Le musiche sono di Morricone affiancato per l’occasione da Bruno Nicolai.


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