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[RECENSIONE] Lumina (Samuele Sestieri)

Lode a Lumina di Samuele Sestieri, film che se ne va per una strada tutta sua a parlare di solitudine ma soprattutto di immagini e di potere e amore per le immagini. Su ciò che esse possono scaturire nella mente di chi le osserva.

Dal mare emerge una giovane e silenziosa donna. È nuda, spaesata, e non v’è traccia di altre persone se non attraverso alcuni oggetti che la ragazza riesce a “sentire” e “rianimare” toccandoli. Troverà un telefono cellulare contenente i video di una coppia di fidanzati (Arianna e Leo), scoprendo così un assaggio di umanità.

Utilizzando luoghi realmente disabitati della sua Basilicata, Samuele Sestieri accentua il concetto di solitudine che il personaggio della protagonista (interpretato da Carlotta Velda Mei, che mette anima, corpo e cuore nel film senza risparmiarsi) prova e fa provare.

Nel suo solitario e disperato vagare in questa Terra post apocalittica la sua mente resta in qualche modo sempre lì su quelle riprese e su quella coppia, su quello che le suscita(va)no quelle immagini. Un’influenza che le invade il mondo dei sogni sboccando forse i suoi ricordi, o la sua immaginazione. Aiutandola ad elaborare la sua situazione e a trovare se stessa.

Un potere delle immagini infinito, incontrollabile, che Lumina argomenta con una narrazione coraggiosa decisamente anticonvenzionale dall’andamento lento, ipnotico e onirico. Ma è anche un film sulla memoria e sul nostro rapporto con essa e sulla capacità che hanno gli oggetti di raccontare storie e conservare ricordi.

Carlotta Velda Mei nel film Lumina di Samuele Sestieri
Carlotta Velda Mei nel film Lumina di Samuele Sestieri.


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