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[ESCLUSIVA] Intervista ad Alberto Genovese, regista di Dolcezza Extrema

Nel giorno in cui al Fantafestival tutti aspettavamo la divina Barbara Steele, prima del suo trionfale arrivo, nella sala affianco veniva proiettato Dolcezza Extrema: un film di fantascienza italiano, e già questo è un qualcosa di eccezionale, tutto interpretato da pupazzi realizzati con materiali poveri e di riciclo. Un solo attore in carne ed ossa: Marco Antonio Andolfi, regista di La Croce dalle Sette Pietre.

Il film, dall’indole provocatoria e divertente, è diretto da Alberto Genovese, già autore di un altro film di fantascienza che si chiama L’invasione degli Astronazi, da recuperare quanto prima.

Lo abbiamo contattato per una breve intervista che potete leggere qui sotto subito dopo la locandina e la trama prese dal sito ufficiale del film.

I mostruosi abitanti di una Galassia, distante milioni di anni luce dal sole, hanno creato una società dedita al culto del benessere fisico e dell’estetica più estrema. Al punto che le celebrazioni religiose vengono svolte in palestre wellness e officiate dal Divino Melma, un essere blobboso aiutato dal fido Elfisio Masciago, suo palestratissimo personal trainer. Durante una cerimonia, trasmessa in mondo visione, accade un terribile incidente: Elfisio viene fulminato da una scarica proveniente da una lampada abbronzante. E’ l’inizio di un nuovo culto che vede proprio Elfisio come nuovo martire religioso, idolatrato da tutto il pianeta. 10 anni dopo l’incidente il monarca del regno, Re Grigorio, coadiuvato dal suo suggeritore Bacterio Piloro, ordina che in ogni Pianeta della Galassia siano consegnate, all’interno di tutti i luoghi di vita sociale, delle speciali lampade abbronzanti a memoria del martire. Per il trasporto viene ingaggiata l’astronave Cargo “Dolcezza Extrema” e il suo folle equipaggio di ex rockstar fallite e recuperate dopo lunghi periodi di disintossicazione da droghe sintetiche.

Ciao Alberto, e grazie per la disponibilità. Innanzitutto parlaci di te, come sei arrivato a fare cinema?

Ho iniziato a 16 anni a girare il primo corto horror amatoriale ma ovviamente in quegli anni non c’era tutta la tecnologia di adesso e montare un film era assai difficile. Il successivo Il Dottor Ekkel vinse anche un premio a un festival e così mi sono convinto a continuare questa passione puntando su un genere che ho personalizzato. La fantascienza ironica e surreale che ha caratterizzato il mio lavoro fino ad oggi. Hanno anche realizzato un piccolo documentario sul mio lavoro andato in onda sulla (purtroppo defunta) Current TV.

Dolcezza Extrema è un film molto ironico pur raccontando cose abbastanza inquietanti. Racconta di un futuro distopico in cui il culto della persona la fa da padrone. Come è nata l’idea e la storia? Parlaci delle fonti d’ispirazione tematiche.

Un giorno ascoltavo in televisione una polemica legata ai crocifissi nelle scuole e mi sono reso conto dell’importanza dei simboli nei culti religiosi, in particolare il crocifisso rappresenta uno strumento di morte e tortura divenuto simbolo del cristianesimo. Ho provato quindi a immaginare un mondo dove ironicamente uno strumento estetico si ergesse a simbolo religioso, partendo da quest’idea, con lo sceneggiatore Massimo Vavassori (The Perfect Husband) ci siamo sbizzarriti in una serie di trovate, alcune ironiche, altre più crudeli, per immaginare un mondo in cui dei mostri vivono per il culto dell’estetica più estrema, al punto da non esitare nel distruggere un’astronave pur di non farla atterrare su un pianeta orrendo e antiestetico. Abbiamo ironizzato su tutto, dalla politica (uno dei personaggi richiama un noto personaggio politico di quest’ultimo ventennio) alla religione, al narcisismo più estremo.

Parliamo invece della componente visiva. Stesso discorso anche qui: quali sono state le pellicole (o i fumetti?) che ti hanno influenzato nel creare il tuo universo?

Al primo posto metterei sopratutto quel capolavoro di cattivo gusto che era “Meet The Feebles” di Peter Jackson, un altro grande ispiratore è stato “Heavy Metal” di Gerald Potterton e in particolare un alieno dalla lunga proboscide che aspira droga sulla sua astronave. Non dimentichiamoci il grande Jim Henson e il suo meraviglioso Muppet Show, spettacolo di culto per la nostra generazione.

Arriviamo ai pupazzi protagonisti del film: da chi sono stati realizzati? Come sono stati animati?

Non nascondo di aver realizzato io tutti i pupazzi, ispirandomi alle tecniche di realizzazione dei sockmonsters, pupazzi realizzati coi calzini di stoffa. E non nego di aver faticato molto nel farlo dal momento che non sapevo neanche cucire un bottone prima di Dolcezza Extrema. L’animazione invece è realizzata con il vecchio caro sistema di infilare una mano nel pupazzo e animarlo in Green Screen, anche se in alcuni casi ci siamo dotati di fili trasparenti e bastoncini.

Come sei riuscito a coinvolgere Marco Antonio Andolfi (nel film è Re Grigorio, foto sopra) e perché hai scelto proprio lui?

Essendoci un unico attore in carne e ossa, volevo che fosse un personaggio di culto. E quale miglior protagonista se non il re del cinema weirdo italiano?

Un altro aspetto importante del film sono le musiche. Parlacene un po’.

L’ambizione del film è che fosse il primo musical metal con pupazzi, per questo ancora prima di girare il film ho cercato un gruppo grindcore urlante come i bravissimi Male Misandria, il loro cantato estremo era perfetto per dei pupazzi canterini. In contrasto poi ho contattato il musicista Antony Coia (E.N.D.) che ha prodotto una splendida quanto complessa colonna sonora ispirata al cinema sci-fi anni cinquanta.

Il film è girato tutto in green screen. Quanto è durata la post produzione? Chi ha disegnato/curato le scenografie?

La post è durata un bel pezzo, considera che abbiamo iniziato nel 2010 e terminato quattro anni dopo, purtroppo lavorando a budget risicati ci siamo arrangiati nel tempo libero che è sempre veramente poco. Le scenografie e le astronavi le ho realizzate assemblando vari modelli in 3D e animandoli attraverso vari programmi di animazione tridimensionale.

Quanto è costato il film e dove hai trovato i soldi?

Il film è totalmente autofinanziato, non avevo un budget preciso ma direi che pur pagando dignitosamente tutti i collaboratori non abbiamo superato i 20.000 euro di spesa. Questo perché almeno gli attori di stoffa non chiedevano stipendio, rimborsi spese, pranzi e cene, che sono le voci spesso più influenti in un budget cinematografico, seppur indipendente.

Dopo la proiezione al Fantafestival dove sarà possibile vedere il tuo folle film?

Al momento siamo appena partiti, considera che il film è terminato due giorni prima della presentazione al Fantafestival per cui stiamo studiando varie strategie sia per la distribuzione sia per la partecipazione a vari festival internazionali.

Prossimi progetti?

Ne ho alcuni nel cassetto molto validi, ma dopo questi 5 anni di lavoro ho in mente solo tanto riposo e tanto tempo da dedicare alla mia famiglia.


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