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[OLTRE LO SPECCHIO] The Pool (Ping Lumpraploeng), la recensione

In un palazzo abbandonato una troupe ha appena finito di girare un video. Vanno tutti via tranne lo schiavo-art director Day (Theeradej Wongpuapan), incaricato dal regista di ripulire la piscina in cui si sono svolte le riprese. Resterà bloccato sul suo fondo insieme alla fidanzata Koi (Ratnamon Ratchiratham) senza possibilità di poter uscirne. Come se non bastasse un alligatore scappato finisce nell’impianto rendendo la sopravvivenza davvero difficile.

The Pool è un film thailandese scritto e diretto da Ping Lumpraploeng che riesce ad intrattenere piuttosto bene sfruttando una semplice idea in cui la priorità dei personaggi è quella di restare in vita. Tanti colpi di scena, imprevisti e impedimenti, superamenti dei limiti, prove varie di coraggio, volontà e carattere, poche -come sempre- le botte di fortuna e i problemi che contengono al loro interno la soluzione al problema stesso.

A rendere il film interessante è anche il rapporto tra i due personaggi grazie al quale, oltre ad andare avanti uno degli sviluppi emozionali e narrativi, scopriamo cose di una nazione, la Thailandia, che si conosce poco rispetto ad altre.

Al di là delle nuove nozioni socio-culturali The Pool resta un Survival Movie dal sapore retrò (per il grosso animale da sconfiggere, purtroppo palesemente CGI) e capace di sfruttare bene uno spazio non così usuale a cinema come una piscina vuota.

The Pool ha vinto il “Premio Ciciarampa” come film più originale del festival Oltre Lo Schermo (ex equo con The Final Land).

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