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[RECENSIONE] Resurrection Corporation (Alberto Genovese)

Dal regista Alberto Genovese del folle e satirico Dolcezza Extrema e da Mattia De Pascali di McBetter arriva il film di animazione Resurrection Corporation.

Storia dell’anziano cassamortaro Caligari che si ritrova senza lavoro da quando il carismatico Potriantow con la sua agenzia del titolo dà la possibilità a chiunque di avere una nuova vita dopo la morte. Che fare per contrastarlo? Rivolgersi allo scienziato Lazenbhy, che Potriantow dice sia stato il suo maestro dei maestri.

Le bugie, gli inganni, sono il motore del film.

Le dice Caligari alla moglie Dididi preoccupata per le sue ostinate convinzioni, segnali dei suoi cedimenti mentali.
Le spara Bob Wine americanizzando il suo nome perché in realtà si chiama Robert Wiene, come il regista de Il Gabinetto del Dottor Caligari.
E le dice soprattutto Potriantow rubando il ruolo che nel film di Wiene -capolavoro e caposaldo dell’Espressionismo Tedesco che quest’anno compie cento anni- era proprio di Caligari: quello cioè dell’imbonitore straniero ingannatore portatore di guai.

Lazenbhy, pervertito sessuale che vive da recluso nel suo castello, è un personaggio ambiguo. Forse è davvero un genio, o magari è solamente un mago da strapazzo come suggerisce a Caligari la sua assistente assemblata Bruta.

E sono proprio le due donne, Dididi e Bruta, i personaggi della storia con il dono della pazienza, quelle umanamente più apprezzabili nell’immediato, che non cadono nei tranelli delle menzogne o che per lo meno si pongono domande sugli eventi senza agire d’istinto.

Caligari e Bruta nel film Resurrection Corporation
Caligari e Bruta verso la casa di Dididi nel film Resurrection Corporation.

In Resurrection Corporation si parla anche di ossessioni, di uno sviluppo (per usare una definizione pasoliniana) che producendo beni superflui e nocivi conduce a follia e alienazione.

Tutti temi cardine dell’Espressionismo Tedesco.

Caligari vive fuori dal mondo ed ha nostaglia dei tempi passati: per lui la contemporaneità è il male. Difficile dargli torto. Difficile che un personaggio del genere, in una poetica come quella qui presa a modello, si salvi. Perché quella di Caligari per Potriantow è una vera e propria fissazione che parte come rivalità lavorativa, facendolo allontanare dalla amata moglie, e si trasforma in un vera e propria missione spericolata per smascherare il suo orrendo raggiro. Una occasione di riscatto che coglie al volo forse più per se stesso che per amore per la verità, chissà…
Ma essendo un emarginato sull’orlo della follia la sua lotta sarà difficile perché avrà tutti contro: la folla plagiata che gli lancia ortaggi, la polizia (quindi il sistema) che lo imprigiona pestandolo di botte.

Potriantow l’impostore rappresenta l’invidia di chi senza talento vuole arrivare dove non meriterebbe di stare. Condizione davvero tipica dei nostri tempi pieni di personaggi pubblici, o peggio con incarichi pubblici, assolutamente privi della minima capacità.

Purtroppo la pecca sono le animazioni troppo elementari generate al computer, che in un film di animazione non è proprio un problema da poco. Se fossero state più curate Resurrection Corporation poteva finire dritto dritto nella lista dei gioielli indipendenti.

Resta comunque un atto d’accusa, a tratti divertente, in altri crudele e splatter dei tempi degradanti che viviamo in cui i ruoli e le geometrie si ribaltano e tutto appare (anzi è) eticamente sottosopra, distorto, senza una logica.

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