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[RECENSIONE] L’Ultimo Sole della Notte (Matteo Scarfò)

Tra decine e decine di registi indipendenti italiani che sfornano ogni anno il loro horror a basso budget (spesso scopiazzando senza inventiva qualche titolo americano), Matteo Scarfò va in direzione contraria e, da appassionato di fantascienza, se ne esce con L’Ultimo Sole della Notte.

E realizza un film insolito e coraggioso: per i temi che inserisce, per come struttura la trama/sceneggiatura nei suoi salti avanti e indietro nel tempo.

Si parla di un futuro belligerante, apocalittico. Le poche persone vivono al sicuro in aree protette. In una di queste sono rimasti solamente in tre: tutti con alle spalle un passato doloroso, violento, tragico, da dimenticare ed elaborare. Tutti e tre in qualche maniera prigionieri nel condominio ballardiano, spaventati (perché condizionati) dall’idea di dover oltrepassare quella zona protetta.

Perché ne L’Ultimo Sole della Notte aleggia la presenza di uno Stato protettore ma anche sinistramente controllore. Che dà da mangiare e difende, ma inculca anche la politica del terrore.

Davvero significativa in tal senso la scena del test per entrare nel condominio protetto “Arca”: le domande che un androide (Annalisa Insardà) fa ad Andrea Lupia col passare del tempo assumono sempre più l’aspetto di un interrogatorio di polizia. Ma anche lo spot pubblicitario che si conclude con la frase “Se non siete con noi siete contro di noi”.

L’Ultimo sole della Notte è un racconto di solitudini che si incontrano.

L’apatico burocrate firma scartoffie Carli (Andrea Lupia), la terrorista Alessandra (Alessandra Mortelliti) e l’ingegnere iracondo Becatti (Danilo Rotundo). E poi c’è Stefano (Alessandro Damerini), l’amico arrivista del primo, l’Icaro che precipita dopo essere stato in alto.

Nel mondo che Matteo Scarfò immagina vige un egoistico personalismo: gli individui se ne stanno per i fatti propri, interagendo poco o nulla con gli altri. La corazza protettiva però deve essere tolta: ci deve essere anche lo spazio per la collettività, la fiducia verso gli altri, prima che arrivi la cancellazione dell’essere umano che forse il titolo suggerisce.

L’Ultimo Sole della Notte è un buon film debutto al quale si perdonano sia il racconto che si perde ogni tanto ma anche la recitazione a volte eccessiva degli attori. Perché nel complesso Matteo Scarfò non si fa venire le fregole e racconta una storia sul caos senza strafare, asciugando dove deve. In più il suo lavoro diventa un veicolo per parlare di temi seri come guerra, ecologia, politica, che poi sono temi cardine della fantascienza impegnata.

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L'Ultimo Sole della Notte di MAtteo Scarfò - Annalisa Insardà
Annalisa Insardà è l’androide che testa Andrea Lupia nel film L’Ultimo Sole della Notte di Matteo Scarfò.


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