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[LOCARNO 75] Fairytale (Aleksandr Sokurov). La recensione

Fairytale (Skazka) di Aleksandr Sokurov è un ragionamento sul potere e la sua incorporeità, sulle illusioni legate ad esso.

Davanti la porta chiusa dell’aldilà vagano Stalin, Hitler, Mussolini e Churchill.

I quattro per ingannare il tempo dialogano (utilizzando ognuno la propria lingua) quasi da buoni amici, in realtà mal celando antipatie e rancori, nella migliore delle ipotesi prendendosi in giro. Più che altro però monologano, parlano con un loro doppione più giovane o vecchio, farneticano, ognuno convinto di avere avuto ragione in vita e quindi diritto ad attraversare il portale, dal suicida Hitler al più cristiano (in quanto comunista) di tutti Stalin.

Tutti chiusi nella loro bolla fanno emergere contraddizioni e incongruenze della Storia che Aleksandr Sokurov racconta utilizzando una estetica che ricorda le incisioni di Piranesi, Doré, Escher e la tecnica del deep fake per l’utilizzo dei quattro personaggi chiave del ‘900. Il che aumenta ancora di più non solo la situazione paradossale, surreale, fantastica ma anche il tema del raggiro che poteri e autorità applicano sul mondo attraverso mille trucchi.

Chi paga le conseguenze di questo inganno sono infatti le persone comuni: soldati, folle esultanti, pedine che tornano qui come massa oceanica informe, indefinita, incapace di smuovere anche adesso le loro coscienze.

Che è come rimarcare la tendenza dell’uomo di ripetere gli stessi sbagli come se non esistesse una memoria.

Fairytale di Aleksandr Sokurov è andato in concorso alla 75esima edizione del Locarno Film Festival.


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