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[RECENSIONE] Il Signor Diavolo (Pupi Avati)

Una cosa che si deve apprezzare di Pupi Avati a proposito del suo ultimo Il Signor Diavolo è il coraggio di non attenersi ai modelli e agli stili del cinema gotico contemporaneo: quello di James Wan e compagnia tanto per fare un esempio ed intenderci, che è tutto un salto dalla sedia dietro l’altro e niente più.

Avati racconta una storia più complessa e da seguire con attenzione che mescola orrori ultraterreni ad altri umani. Al centro un ragazzino che uccide un coetaneo deforme e diabolico e un ispettore mandato dalla Democrazia Cristiana ad indagare e mettere a tacere ogni coinvolgimento della chiesa sulla vicenda. Perché il posto, siamo negli anni ’50 a Venezia e dintorni, è bigotto, superstizioso, arretrato culturalmente. Terreno facile per trasformare un fatto di cronaca in propaganda politica anti DC. Urge porre rimedio alla cosa. Da Roma il Ministero manda l’ultima ruota del carro. Il giovane inesperto fa la sua indagine ed esce fuori, tra le altre cose, una chiesa omertosa, ambigua, complice e regista di un meccanismo ben più grosso e spaventoso. Che detto da un credente come Pupi Avati è meraviglioso, e non perché io sia ateo e anticlericale, ma perché fa capire la sua libertà ed elasticità mentale.

Quello che non funziona è la parte horror. Mi duole dirlo ma Il Signor Diavolo non fa paura.

Giusto la sequenza con le pagine del quaderno che si aprono da sole suscita qualcosa che sta dalle quelle parti. Altre non ce ne sono e se ci sono non si ricordano.

Restano impresse invece quelle che non funzionano: dalle voci ultraterrene, alla famigerata culla col sangue in una CGI che peggio non si poteva, ad altri aspetti sonori come i suoni emessi dai due personaggi durante la sequenza d’apertura.

Sopravvoliamo sulle incongruenze (come l’ostia tolta dalla bocca ma ancora intatta e data in pasto al maiale, o l’anziano prete che sposta una lastra di marmo senza troppi sforzi) ché potrebbero anche attribuirsi allo scherzo diabolico in atto.

Il resto del reparto tecnico è più che buono: fotografia, costumi, montaggio. Così come sono validi tutti gli attori scelti per i vari interessanti personaggi, ognuno con il suo lato oscuro.

Dunque, se una parte de Il Signor Diavolo, quella irrazionale, non funziona bene, quella più politica e di indagine non è male. A quanto pare del film arriverà un seguito, il che rende le cose interessanti perché con quel finale lì (che a me è piaciuto) dopo può succedere davvero di tutto.

Ovviamente seguiremo gli sviluppi sperando in una resa migliore degli elementi horror.

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