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[ToHorror 2022] Mandrake (Lynne Davison). La recensione

Ruota attorno al tema della maternità il film irlandese Mandrake di Lynne Davison.

Alla differenza tra il rapporto che (la da poco scarcerata) Mary Laidlaw (Derbhle Crotty) ha con suo figlio Thomas (Seamus O’Hara) rispetto a a quello difficile tra la divorziata Cathy (Deirdre Mullins) e il suo piccolo Luke (Jude Hill), che chiama “mamma” la nuova compagna (Roisin Gallagher) del papà (Paul Kennedy).

Da questo contrasto nasce il legame tra le due donne che solo le apparenze tengono a distanza. La strega Maria da una parte, la poliziotta Cathy dall’altra. Tra di loro, a separarle, una indagine legata alla sparizione di due bambini.

Derbhle Crotty nel film Mandrake di Lynne Davison.

E se i ruoli sociali impongono abissali differenze, conflitti e contrasti, la sostanza dell’istinto materno (di una prole ritrovata e da ritrovare) le avvicinano.

Il tutto è immerso in un’atmosfera cupa, opprimente, notturna, pessimista, negativa, in cui la stregoneria è il mezzo per rappresentare un mondo fatto di rabbia, frustrazione, paure, folle forcaiole, differenze di classe insormontabili.

Mandrake (da mandragora) di Lynne Davison era in concorso al TOHorror Fantastic Film Fest 2022.


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