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[RECENSIONE] Delta (Michele Vannucci)

Nessuno mi toglie dalla testa che in Delta di Michele Vannucci sia la presenza delle forze dell’ordine durante il funerale il particolare che ci fa entrare definitivamente nel buio più nero, nella nebbia più fitta.

È da lì che (nonostante la loro presenza) i contorni della legalità si annientano per sempre e il raziocinio si abbandona una volta per tutte alla brutalità primitiva senza regole.

È da quel momento in poi che i due protagonisti Elia (Alessandro Borghi) e Osso (Luigi Lo Cascio) restano da soli a sbrigarsi i sospesi, a farsi una guerra degenerata più grande di loro che fa sparire i confini della ragione e del torto, del bene e del male, dei vincitori e dei vinti.

Lo capisce bene Anna (Emilia Scarpati Fanetti), indecisa su quale parte appoggiare. Attratta dal solitario e non integrato bracconiere romeno Elia, ma anche ex del compaesano Osso, promotore di tante battaglie ecologiste. Nelle sue incertezze adotta dei comportamenti quasi bipolari.

C’è del noir in tutto questo: lo scandagliare nell’animo umano più segreto e istintivo; la lotta tra due fazioni opposte che poi così diverse in fondo non sono; un ambiente circostante che diventa personaggio a sé, luogo metaforico; l’assenza di eroi senza macchie.

Anche per questo si esce piuttosto provati da Delta, senza più speranze per quella cosa complessa che chiamiamo umanità.

Delta di Michele Vannucci è (stato) distribuito nelle sale da Adler Entertainment.


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