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[RECENSIONE] The End? – L’Inferno Fuori (Daniele Misischia)

Claudio Verona (Alessandro Roja) è un arrogante uomo d’affari convinto di essere il padrone del mondo che non rispetta nessuno, soprattutto le donne, e in particolare sua moglie che tradisce e tratta male.

In quello che credeva essere il giorno più importante della sua carriera scoppia a Roma una misteriosa epidemia che trasforma le persone in zombi. Parola che però non viene mai utilizzata nel film insieme all’altra abusata morti viventi, come se nel mondo immaginato da Daniele Misischia e dall’altro sceneggiatore Cristiano Ciccotti non esistesse una filmografia sull’argomento. Qui vengono chiamati infetti e vanno veloci come quelli di 28 Giorni Dopo di Danny Boyle, o del remake di Dawn of the Dead di Zack Snyder.

Comunque sia Claudio dovrà affrontare gli infetti (che se ti mordono ti fanno diventare sciroccati come loro e li fermi definitivamente solamente se gli rompi il cranio, ma non sono zombi) mezzo bloccato all’interno dell’ascensore del palazzo in cui lavora. Passerà da uno stato d’animo all’altro, combattendo, avvilendosi, fino a capire che gran pezzo di merda è.

Atteso da tanto tempo, rimandato più volte, rinominato dalla distribuzione 01, finalmente esce nelle sale The End? – L’Inferno Fuori, ultimo film diretto da Daniele Misischia.

L’idea e la sfida di ambientare quasi tutto all’interno di un solo stretto ambiente non è male anche se non proprio originalissima, basti pensare a Buried di Cortés e In Linea con L’Assassino. A tal proposito si sente anche l’influenza dei produttori Manetti Bros. che sullo stesso ambiente chiuso avevano girato nel 2005 il noir Piano 17.

Misischia si concentra sulla claustrofobia, sui tentativi di Claudio Verona di comunicare con il mondo esterno, sugli avvenimenti che accadono fuori dall’ascensore. Se non si parla di zombi tra le ipotesi del caos che sta scoppiando non viene invece negata la parola terrorismo anche se il protagonista la boccia all’istante. Insomma The End? resta coi piedi per terra senza uscire troppo dai confini della logica.

È un racconto di redenzione, la storia di un uomo che ha la sua ultima possibilità di cambiare testa, anzi che cambia atteggiamento nei confronti del mondo, degli altri, quando ormai è forse troppo tardi per farlo. A tal proposito alcune cose nel film sono buone come ad esempio l’utilizzo dell’accendino quasi scarico di Claudio a voler simboleggiare la sua vita appesa a un filo, probabilmente destinata a finire presto.

Altre però non funzionano al meglio e ci riferiamo ai soliti problemi di sceneggiatura che in un racconto ambientato tutto nello stesso posto escono fuori con maggiore evidenza: uno script che per arrivare al minutaggio minimo per essere definito lungometraggio, visto che tutto si svolge nello stesso ambiente, allunga un po’ troppo il brodo con ripetizioni di frasi e situazioni soprattutto nella parte finale che alla lunga annoiano.

Sia chiaro (per l’amor del quieto vivere): il film non è da buttare e Daniele Misischia dimostra ancora una volta di avere stoffa soprattutto dal punto di vista visivo. Probabilmente i difetti e le ingenuità legati allo svolgimento della storia passerebbero più inosservati se The End? – L’Inferno Fuori si concludesse in un altro modo e non in maniera rassicurante. Quello che manca sono un po’ di pennellate di nero pessimismo, maggiori quantità di sangue e di elementi vietati ai minori. Invece ha la sostanza in fin dei conti di un horror per tutti fatto bene ma abbastanza inoffensivo. The End? risulta dunque un esercizio di stile, un lavoro senza lode e senza infamia che sa tanto di occasione sprecata.

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